Il mio lavoro da truccabimbi va ben oltre la praticità.
Richiede molta pazienza, capacità empatiche e la sensibilità di percepire le emozioni dei bambini.
Ti ricordi l’articolo sul trucco di Capitan America?
Studiato appositamente per la festa del piccolo Nicola e della sua amica Alice, a cui ho partecipato come truccabimbi nei panni di Elsa.
Sicuramente non è accurato come avrei voluto, ma l’espressione del bambino dice tutto: è vero che c’è un legame affettivo ma, credimi, guardarlo sorridere, mentre si specchia, non ha avuto eguali.
Questo non significa che la poca precisione (per tempo, ansia, emozione) deve essere una scusante per offrire un servizio face painter scadente, ma a volte siamo noi adulti ad avere aspettative molto alte, io, in primis, su me stessa.
Avrei voluto riempire di baci il “mio” Nicola ma è corso dai suoi amici per far vedere “il bellissimo trucco ” che aveva sul viso.
Ovviamente, ci sono stati altri invitati che hanno apprezzato molto il mio operato.
Tra mille Else e farfalle… Una bimba mi ha detto “lo sai che sei bravissima?”
Poi, la piccola Alice (amica della festeggiata), attraverso i suoi occhiali e il faccino tenero e rotondo, raggiunge la mia postazione a fine festa e tutta preoccupata mi chiede: “Ma come fai a portare via tutte queste cose?”
Le ho risposto di non preoccuparsi, piano piano avrei portato tutto in macchina e qualcuno mi avrebbe aiutata.
Ma i suoi occhi dolcissimi hanno avuto la meglio e mi sono sciolta come neve al sole!
D’altronde, io sono Elsa e, come dice il mio amico Olaf nel primo film, ” A volte vale la pena sciogliersi per qualcuno”.
Ti ho raccontato la mia ultima esperienza, spero che tu mi legga anche nel prossimo articolo!
Ciao!
Penelope